Alessandro Grande fa centro al primo colpo e, dopo una serie di cortometraggi apprezzati e acclamati dalla critica di tutto il Mondo, realizza il primo lungometraggio affrontando una tematica delicata e anche molto complessa, scegliendo più che il tema originale, il punto di vista.
Ricordiamo che Grande ha più di 150 premi e un David di Donatello, due candidature ai Nastri d’Argento e ha rappresentato l’Italia per la corsa agli Oscar nel 2019,Il film Regina (ben recensito dalla critica) parla di senso di colpa, ma lo fa attraverso lo sguardo e l’anima di una giovane cantautrice, forse pure per questo più sensibile rispetto alle sue coetanee, che in seguito ad un evento tragico, si troverà a portare sulle spalle un peso enorme, troppo grande per una ragazza della sua età.
Vicino a lei c’è sempre suo padre Luigi, interpretato da Francesco Montanari, è un giovane vedovo dal passato ribelle da ex musicista, che vive per sua figlia, ma che deve compiere una crescita che si rivelerà determinante per il rapporto con Regina, la quale perderà il suo punto di riferimento e si troverà sempre più sola a supportare quel macigno che nel frattempo è diventato ancora più grande.
Sono stati tanti i film che hanno scelto come tematica quella del senso di colpa, Sette Anime di Muccino per esempio, ma in Regina la forza sta proprio nel punto di vista nuovo e nella delicatezza con la quale viene trattato il conflitto generazionale, altro tema portante del film.
Il complesso di Telemaco nel film Regina
Oltre al senso di colpa, un altro dei temi portanti del film Regina è il conflitto generazionale, in particolare il regista si è ispirato, come ha annunciato in conferenza stampa al Torino Film Festival, ad uno dei saggi dello psicanalista Massimo Recalcati, “Il complesso di Telemaco”, nel quale l’autore affronta la perdita e la scomparsa della figura paterna.
Così il film Regina, diventa una sorta di Telemeco, che aspetta con ansia l’arrivo di suo padre per portare l’autorità in casa, per essere capace di educare. Nel caso specifico del film, quello che aspetta Regina è una presa di coscienza del padre, una maturità tale da poterla educare e dirle ciò che è giusto e ciò che invece è sbagliato, a prescindere dalle colpe o da ciò che ne conseguirà. Un racconto di formazione completo quindi, non solo per la figura della giovane cantautrice, ma anche per suo padre, un ragazzo che diventerà uomo grazie a lei.
Ginevra Francesconi e Francesco Montanari, due attori affiatati
La riuscita per questi tipi di film, intimi, di atmosfera e molto personali, sta nella costruzione dei personaggi e dal loro affiatamento. In Regina tutto sembra essere naturale, compreso il rapporto padre/figlia, forse la vera forza di questa pellicola.
I due attori dimostrano di avere un buon feeling, anche nei momenti di scontro, al punto che quando cominciano ad allontanarsi sentiamo la mancanza di quel rapporto, e facciamo il tifo per una nuova unione, che sarà dopo questa esperienza, sicuramente più forte e più stabile per contrastare le intemperie che la vita riservirà a queste due anime sensibili.